Quando il massimo è il minimo: il minimalismo in opera

By Posted in - TREND on settembre 20th, 2017 0 Comments Quando il massimo è il minimo: il minimalismo in opera

Sfondo bianco, una linea grigio metallizzato come margine e al centro il logo – in uno sgargiante grigio metallizzato. Tutto qui! Nessuna immagine sullo sfondo, nessuna decorazione a lato o una variopinta combinazione di colori. Solo l’eleganza del grigio metallizzato. Questo è un esempio minimalismo. Semplicità, proporzione ed equilibrio. Il minimal risponde all’eccesso e al desiderio di ritorno all’essenziale. È una riduzione ragionata. Non gli serve eccedere, esagerare o sovraccaricare per dar vita a potenzialità di grande effetto su ciò che si vuole portare all’attenzione. Dietro alla sua apparente semplicità si cela la complessità di comunicare il massimo dal minimo, pochi elementi possono bastare. Ma comunicare l’essenza con l’assenza – richiede capacità non comuni.

Come diceva Bruno Munari:

‹‹Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare.››

Dalla sua nascita nell’America degli anni sessanta, oggi il minimalismo è presente quasi in ogni arte, e togliere invece che aggiungere è diventata la regola nell’architettura, nella grafica, nel cinema e persino nella musica e nella letteratura. Esiste, infatti, una lunga schiera di scrittori considerati, per il loro stile, minimalisti: autori come Ernest Hemingway, Chuck Palahniuc o Raymond Carver (che però confessa di non considerarsi un minimalista). E persino poeti del calibro di Ezra Pound per alcuni loro poemi. In Italia abbiamo un compositore di fama internazionale come Ludovico Einaudi, considerato minimalista perché usa figure ritmiche immediate per comporre i suoi capolavori. Noi di Garage 51 siamo convinti che la semplicità del minimal possa essere adottato anche nel business, che eliminare invece che aggiungere possa far emergere l’anima dell’azienda. Nella nostra scelta di contenuti e materiali pensiamo che l’approccio minimalista sia la risposta perché il suo stile chiaro, spogliato del superfluo dà risalto alla grafica e tipografia creando equilibrio e proporzione.

Quando il massimo è il minimo: il minimalismo in opera

Dove il vuoto diventa il vero protagonista perché riesce a esprimere l’essenza senza ridondanti forzature. Guardiamo al minimalismo come la soluzione ottimale anche per la sua capacità di mettere a disposizione solamente le informazioni e gli elementi utili per incuriosire e creare immagini pure, immediate e di alto impatto visivo ed emotivo. Per tutto questo per noi il minimal è stile da adottare. Da cui lasciarsi ispirare per il proprio business. È l’approccio che ci ha portato maggiori soddisfazioni e in ogni caso anche quando non è stata la via definitiva esso ha presentato un punto di partenza dal quale partire per confrontarsi. Come diceva Ludwig Mies Van der Rohe – less is more.

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